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21 de nov. de 2010

Capo do Instituto Millenium italiano é Cosa Nostra

Sílvio Berlusconi detém, através da Mediaset o equivalente italiano da Globo no Brasil. É a máfia made in Italy, com selo DOC. Regionalmente, seria o Sirotsky do RS. Lá como cá, a mídia é Cosa Nostra. A diferença está apenas no idioma. Ao invés de Cosa Nostra, a associação tupiniquim atende pelo nome de Instituto Millenium. Se Sílvio Berlusconi tem seu senador, Marcello Dell’Utri, a RBS também não fica atrás. Sérgio Zambiasi e agora também Ana Amélia Lemos que o digam. E, de lambuja, Yeda Rorato Crusius. Qualquer semelhança não é mera coincidência.

 

"Così Berlusconi pagava Cosa nostra
grazie ai contatti dell'amico siciliano"

I giudici: lo "stalliere" assunto ad Arcore con l'avallo della mafia. I magistrati: Mangano però ha millantato sui suoi rapporti con Marcello Dell'Utri
di FRANCESCO VIVIANO

"Così Berlusconi pagava Cosa nostra grazie ai contatti dell'amico siciliano" Vittorio Mangano, ex stalliere della tenuta di Silvio Berlusconi ad Arcore

PALERMO - Berlusconi pagava Cosa nostra e taceva. Pagava attraverso Marcello Dell'Utri in stretto contatto con gli esponenti di primo piano della mafia. E' un'altra conferma delle "relazioni pericolose" di Marcello Dell'Utri e della consapevolezza di Silvio Berlusconi di pagare per evitare attentati e minacce, contenuta nelle motivazioni della sentenza d'appello che ha condannato Marcello Dell'Utri a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli anni delle minacce e degli "accordi" con Cosa nostra sono quelli dei primi anni '70 e proseguiti fino alla fine degli anni '80. "Vi è un'indiretta conferma del fatto che anche Silvio Berlusconi  -  scrivono i giudici della Corte d'Appello di Palermo - in quegli anni lontani, pur di risolvere quel tipo di problemi, non esitava a ricorrere alle amicizie "particolari" dell'amico siciliano (Dell'Utri, ndr) che gli garantiva la possibilità di fronteggiare le ricorrenti richieste criminali riacquistando la serenità perduta ad un costo per lui tollerabile in termini economici".
Ed a questo proposto i giudici rievocano fatti ed intercettazioni telefoniche che si riferiscono a quell'epoca ed a quei fatti. "Eloquente al riguardo lo sfogo che il Berlusconi ebbe, ben dodici anni dopo le minacce dei primi anni '70 cui aveva fatto fronte rivolgendosi al Dell'Utri, nel corso della conversazione telefonica del 17 febbraio 1988 con l'amico Renato Della Valle. In quell'intercettazione che era stata disposta per alcuni attentati

subiti da Berlusconi il futuro Presidente del Consiglio diceva: "C'ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n'ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandar via i miei figli, che stan partendo adesso per l'estero, perché mi han fatto estorsioni... in maniera brutta. ... Una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e... Sono ritornati fuori. ... siccome mi hanno detto che, se, entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me ed espongono il corpo in piazza del Duomo... E allora son cose poco carine da sentirsi dire e allora, ho deciso, li mando in America e buona notte... ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni".
Una conversazione che, se ce n'era bisogno, conferma il fatto che Berlusconi sapeva a chi pagava. Ed a conferma di questi episodi nelle motivazioni della sentenza viene proposta una conversazione tra Berlusconi e Marcello Dell'Utri la sera del 29 novembre del 1985, poche ore dopo l'esplosione di un ordigno collocato sulla recinzione di via Rovani a Milano. "Silvio Berlusconi, ridendo, riferiva al suo interlocutore  -  scrivono i magistrati - il contenuto del colloquio già avuto con i Carabinieri di Monza incaricati delle indagini ai quali aveva detto che, se coloro che avevano compiuto il danneggiamento gli avessero chiesto trenta milioni invece che mettere la bomba, egli non avrebbe avuto difficoltà a pagare. Ecco cosa diceva Berlusconi a Dell'Utri: "Stamattina gliel'ho detto anche ai carabinieri.... gli ho detto: 'Ah, si? In teoria, se mi avesse telefonato, io trenta milioni glieli davo!' (ride). Scandalizzatissimi: 'Come, trenta milioni? Come? Lei non glieli deve dare che poi noi la arrestiamo!'. dico: 'Ma no, su, per trenta milioni!'".
C'è la conferma, affermano i magistrati, che in quegli anni tra il '70 e l'80 "Berlusconi, pur di stare tranquillo, preferisse trovare soluzioni accomodanti". E trova conferme e credibilità la ricostruzione operata dal Tribunale "in forza delle dichiarazioni rese da Francesco Di Carlo secondo cui l'imputato Dell'Utri si occupò di procurare all'imprenditore milanese la "protezione" attraverso l'assunzione di Mangano con l'avallo e l'intervento diretto dei massimi esponenti di Cosa nostra dell'epoca". Ma sul presunto contatto diretto tra lo "stalliere" Vittorio Mangano e Berlusconi e sull'assunzione di presunti impegni presi da Marcello Dell'Utri con Cosa nostra attraverso Mangano, i giudici esprimono qualche perplessità e sostengono che Mangano possa avere "millantato": "Non è irragionevole ritenere che su questi argomenti Mangano possa avere millantato con Cucuzza e La Marca (due mafiosi poi pentiti ndr) anche riferendo loro di colloqui realmente avvenuti e di pretesi impegni in realtà invece mai assunti".

(21 novembre 2010) © Riproduzione riservata

10 de nov. de 2010

Berlusconi è cosa nostra

A Itália de Berlusconi está magistralmente registrada no documentário Viva Zapatero!, de Sabina Guzzanti, recentemente passado no Telecine Cult. A Itália do momento é o case. Lá, como querem aqui, a mídia quer ser o poder. De fato, o primeiro Ministro, Sílvio Berlusconi é uma soma das famiglias Frias, Civita, Mesquita, Marinho & Sirotsky. Sozinho, domina 80% dos mercados editoriais, televisivos (Mediaset) e jornalístico da península. Logrou chegar ao poder ao melhor estilo italiano, como Bettino Craxi, da Democracia Cristã: sob as bênçãos de duas das associações mais influentes da Itália: a Máfia e a P2 do Vaticano. A associação com o Vaticano permite que seja contra o aborto e a união homoafetiva, obtendo assim o “perdão” por  transformar o cargo de Primeiro Ministro em Cafetão-mor. Mas, como diria o “nepote” de Bento XVI, “pelo menos não sou gay”. Diz-se que foi Berlusconi que “influenciou” o gosto do jogador Ronaldo por travestis. Do jeito que anda a política na Itália, com Sílvio Berlusconi de Primeiro-Ministro, não devemos nos espantar que um novo Incitatus vier a ocupar o Palazzo Montecitorio.

A transformação da política italiana num grande prostíbulo teve a participação decisiva do premiê e o beneplácito do Vaticano. Mais ou menos o que se viu no segundo turno da eleição presidencial por estas plagas: a mídia, através do Instituto Millenium, agindo nas sombras para colocar um cafetão no Planalto, ao mesmo tempo que a Igreja de Bento XVI abençoava os sacripantas.

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Roberto Saviano bate récords de audiencia en televisión

El programa 'Vieni via con me' logra 7,6 millones de espectadores. Benigni ofreció gratis media hora de sátira feroz sobre Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

"Cuando un hombre con una pistola se encuentra a un hombre con una pluma, el que lleva la pistola es hombre muerto". Esta frase del cómico toscano Roberto Benigni, lanzada directamente a las cámaras y dirigiéndose a Francesco Schiavone, Sandokán, el jefe de la Camorra que tiene amenazado de muerte al escritor y periodista Roberto Saviano, fue el momento más emocionante del debut televisivo del autor de Gomorra, anoche en la cadena pública italiana RAI3 .

      Roberto Saviano
      Roberto Saviano
      Conducido a medias por el presentador Fabio Fazio y por Saviano, el programa Vieni via con me, título tomado de una célebre canción de Paolo Conte, fue un homenaje a la palabra y a la libertad de expresión y de crítica, y sorprendentemente batió todos los récords de audiencia. La emisión, que tuvo como invitados especiales a Benigni y a Claudio Abbado, logró 7,6 millones de espectadores y un 25,4% de share, lo que la convierte en el programa más visto de RAI3 en los últimos diez años.

    Con un formato ágil y un guión basado en la palabra más que en las imágenes, Saviano cautivó a la audiencia con un monólogo sobre la 'máquina de fango' que los medios de Silvio Berlusconi usan contra quienes osan criticar al primer ministro, y denunció que "la democracia italiana está en peligro".

    Saviano habló de los recientes ataques a Gianfranco Fini y recordó cómo el juez asesinado Giovani Falcone afrontó sin arrugarse todos los intentos de deslegitimación que sufrió. El autor de Gomorra, de 30 años, respondía así a las invectivas de Berlusconi, quien hace unos meses dijo que estrangularía con sus propias manos a los que deslegitiman a Italia escribiendo libros sobre la mafia.

    Fazio y Saviano habían denunciado en pasadas semanas que la RAI estaba poniendo trabas, económicas y laborales, al programa, que planea emitir cuatro episodios a lo largo de cuatro semanas. La dirección de la cadena pública replicó diciendo que los cachés que pedían Benigni y Abbado superaban sus posibilidades económicas. En respuesta, el cómico y el director de orquesta decidieron participar gratis.

    La actuación de Benigni consistió en un desternillante monólogo de media hora sobre los últimos escándalos sexuales y los casos judiciales de Berlusconi. El número del 'oscarizado' director de 'La vida es bella' incluyó referencias a la joven marroquí Ruby Robacorazones, que frecuentó las fiestas de Berlusconi cuando era menor de edad y a la que este ayudó cuando fue arrestada en Milán acusada de robo pidiendo a la policía que la liberaran porque era sobrina de Hosni Mubarak.

    Benigni_SavianoBenigni invitó a Rosy Bindi (dirigente del Partido Democrático a la que el primer ministro suele atacar por su "falta de belleza") a colarse en casa de Berlusconi: "Y si te detienen dices que eres la suegra de Zapatero, o la mujer de Fidel Castro".

    Benigni acabó su show cantando una canción compuesta por él mismo sobre la propiedades del primer ministro (Ve aquí el vídeo de Benigni).

    Luego, el artista toscano interpretó el Vieni via con me, que ya grabó con Paolo Conte hace 30 años. Antes de irse, abrazó a Saviano y se dirigió a Schiavone: "Mira cómo es de guapo. Mátale con un libro, si quieres. El solo tiene una pluma para defenderse. A los poetas no se les mata. Escriben fábulas. Y las fábulas no nos enseñan que los dragones existen, eso los niños ya lo saben. Nos enseñan que es posible vencer a los dragones".

    También participó en la emisión el gobernador de Apúlia, Nichi Vendola, poeta, homosexual y comunista, que leyó una lista con 27 palabras italianas que se usan como sinónimo de gay. Cuando acabó, Fazio le preguntó a Vendola por la frase de Berlusconi "es mejor mirar a las chicas que ser gay". Vendola contestó: "Lo mejor es ser felices".

    La participación de Abbado, recuperado de una grave enfermedad, sirvió para denunciar los recortes a la cultura decididos por el Gobierno. Fazio recordó una frase del ministro de Economía, Giulio Tremonti: "Haceros un bocadillo con la Divina Comedia". Un fondo con una foto de las ruinas de Pompeya, donde el sábado se derrumbó la Domus Gladiatoris, presidió el escenario. ¿La paradoja? La productora del programa es Endemol . Propiedad, entre otros, de Silvio Berlusconi.

    7 de jul. de 2009

    A Construção de um Álibi

    Em breve num presídio bem perto de você!

    O Grupo RBS planejou a construção de uma verdade que lhe interessa. Vai divulgado, a reboque dos acontecimentos, pequenos dados dissociados dos autores. Disseca o cadáver mas não conta a causa mortis. Há fatos, sem sujeitos. O primeiro vilão foi o DETRAN. Para o grupo RBS a pessoa jurídica DETRAN havia cometido irregularidade, pois em nenhum momento apareciam os autores, ou os condutores da autarquia quando da ocorrência dos fatos. Ao mesmo tempo, seus colonistas e comentarias nos mais variados veículos do grupo RBS mostravam uma harmonia de canto gregoriano. A ladainha uníssona vociferava contra o estado de coisas do denuncismo, dando voz aos que coadunavam a esta tese, e silenciando ou tentando desconstruir o que se ousavam pedir esclarecimentos. Vianey Carlet, Pedro Ernesto Denardin, Kenny Braga (para citar apenas alguns donos da verdade política no âmbito desportivo) defendiam e continuam defendendo Yeda usando do expediente de atacar qualquer um que não seja do PMDB, PSDB, PP ou DEM. A manobra é tão canhestra que, também uniformemente, estão buscando associar Sarney a Lula. Freud não explicaria, ficaria chocado... Em compensação, Totó Riina e Tomaso Buscetta dariam risadas...
    Aquilo que costumeiramente os veículos do grupo RBS fazem, e praticam muito bem há muito tempo, que é incluir todos os membros de determinada agremiação, ou governo, não vem acontecendo quando o assunto é corrupção no governo de seus ex-funcionários. Quando havia denúncias no Governo Olívio Dutra, todo o governo e também todos os petistas eram responsabilidzados, hostilizados. O mesmo no âmbito Federal. As denúncias de corrupção no Governo Lula são atribuídas a Lula e todos os petistas, mesmo quando cometidas por aliados de outros partidos. O caso do Senado é emblemático. Todas as acusações contra Renan Calheiros e contra José Sarney são feitas envolvendo o nome do Presidente e do seu partido, embora os dois pertençam ao PMDB. A orquestração é tão flagrante que fatos relacionados a gestores anteriores do Senado são atribuídos aos dois, Renan e Sarney. Por que eles não fazem o mesmo com os crimes praticados contra a administração pública aqui no RS? Por que não dão a dimensão partidária para as denúncias envolvendo Eliseu Padilha, César Busatto, Yeda Crusius, Francisco Fraga, José Otávio Germano e tutti quanti? Aliás, se dependêssemos dos veículos e comentarias do Grupo RBS, sequer saberíamos os partidos dessa gente. O envolvimento destes personagens são pessoais, mas os envolvimentos de pessoas de partidos com os quais a RBS têm alergia são partidários. Tome-se o exemplo do MST!
    A manchete do jornal Zero Hora de hoje, 07/07/2009, é emblemática. "As denúncias de Lair: Yeda " - São fatos sem comprovação". Na redação da RBS não há só uma reforma ortográfica, mas também uma alteração semântica. Desde quando fatos precisam ser comprovados? Quando se trata de seus ex-funcionários, os "fatos" precisam ser comprovados. A parcialidade do Grupo RBS fica por demais evidente quando se verifica que todas as denúncias partiram de pessoas vinculadas à Governadora, seja por afinidade partidária, seja afinidade ideológica. Mas a oposição acaba parecendo culpada pelos "fatos". O vice-governador gravou e mostrou o modus operandi. Uma infinidade de Secretários saíram atirando. Todos personagem que privavam da intimidade de Yeda Crusius. Não foram tresloucados oposicionistas, ou agentes do MST, mas o PC Farias do PSDB, Lair Ferst, o Vice-Governador, Paulo Feijó (do DEM) e Adão Paiani (ex-ouvidor sem partido) que mostraram os "fatos". Tudo gravado e documentado.
    A linha de defesa de Yeda Cruius no âmbito da RBS vem delineada pela editora de política, Rosane de Oliveira, quando diz que "Falta o Principal": "Falta a ele (Lair Ferst) credibilidade para ser o detonador da CPI." Deve faltar credibilidade a Lair Ferst porque ele é do PSDB, se fosse do PT não haveria dúvida...
    Não que me surpreenda. Acompanho a RBS há muito tempo para me sentir chocado com o sua atuação político-partidária atual. O despudor parece mais uma aposta empresarial de gangsters. Se alguém quiser compreender a linha de atuação da RBS, nos mais diversos ramos empresariais que se aventurou, basta conhecer a história da Máfia. O canal MGM da SKY e NET mostrou recentemente um seriado em doze capítulos intitulado Corleone (em italiano, Capo dei Capi), baseado na vida de Totó Riina. Quem teve o privilégio de ver vai entender o asilo concedido pelo Grupo RBS aos ex-agentes do governo do professor Cardoso, do PSDB: Pedro Parente e Armínio Fraga. As refregas bissextas com o Correio do Povo servem de pista, de ponto de partida para esclarecer o perfil empresarial da RBS.
    Quando tudo acabar, a RBS ainda poderá dizer que mostrou tudo a seu tempo. É o álibi.